War in the USA

A differenza di quanto ho fatto l’anno scorso, quest’anno ho omesso di fare un bilancio del 2020 appena passato, per i motivi che potete immaginare, non tanto per la mia situazione socio-economica, che, al contrario, mi ha dato conferma di essere veramente fortunato, rispetto al contesto che stiamo vivendo. Però oggi sento di scrivere due righe rispetto a quello che è successo e che sta succedendo negli USA.

Questa nazione ha rappresentato per le generazioni passate un sogno, un punto di arrivo; oggi invece rappresenta, ahimè, uno spaccato della finta democrazia, della libertà di pensiero insensata, che parte da chi ha ancora in mano la valigetta nucleare, che “rosica”, come si dice a Roma, non perché la Roma ha perso con la Lazio, ma perché non si vuole rassegnare di aver perso le elezioni per la presidenza degli USA; tutto questo ciurlando sulla disperazione della gente durante la pandemia, che, sulla base di un antica tecnica di Mussolini, che qualsiasi cosa diceva dal balcone di Piazza Venezia, tutti lo inneggiavano, hanno agito, con la connivenza delle forze dell’ordine, provocando tutto quello che è successo ieri a Washington.

Ricordiamoci che sono morte 4 persone, quattro esaltati, vittime inconsce di questo pandemonio, e non oso immaginare cosa succederà da qui ai prossimi 14 giorni… Questa situazione è paragonabile al fenomeno della malavita, qualsiasi essa sia, che diventa un tutt’uno col territorio, perché se pensiamo che Trump fomenta la gente senza sporcarsi le mani, proprio come fa un boss, che approfitta della disperazione, per fare i suoi interessi.