Quando verrà Natale

Prendendo spunto dal titolo di un brano, che sto cantando col mio amato coro, ho riflettuto sul fatto che quest’anno per forza di cose, é stato un Natale difficile da accettare, perché è il primo senza mio padre. Lo è a maggior ragione perché la sua scomparsa è stata neanche due mesi fa, e che sicuramente saranno duri anche le future festività che verranno, così come i compleanni di famiglia.
Ma stranamente però, almeno a me è successo che fino a pochi giorni fa, dovevo focalizzare il fatto che quello che è successo, non fosse un incubo, dal quale ti risvegliavi, spaventato, ma nello stesso tempo risollevato che non fosse vero; questa esigenza di dover focalizzare, non l’ho avuta più in questi giorni particolari, e però questa ha lasciato spazio naturalmente alla rabbia, e alla nostalgia delle festività degli anni passati, in particolare a quelle di quando ero più piccolo. Per rabbia intendo quella della sequenza degli eventi degli ultimi giorni in ospedale, e quella anche del rimorso di non essersi goduti al 100% i momenti belli e di non aver favorito un clima disteso, cercando di glissare a mia volta, sulla tristezza che a sua volta, spesso, alloggiava in mio padre, durante questi giorni particolari, da quando non c’era più sua madre.

Infine, sono risollevato del fatto che, nonostante siano passati quasi due mesi da quando mio padre non c’è più, e chi incrocio nella mia vita, è naturalmente distratto dalle festività natalizie, continuo a ricevere sempre tanto affetto, dagli ambienti più disparati che frequento.